giovedì, novembre 20, 2008

INIT 15/11/2008 - ROMA BURNS! (Epilogo)

EPILOGO, ovvero "un caffé con le MIA WALLACE"

La serata e con sè la notte, volge al termine.
La gola arsa dalle tante, forse troppe, sigarette, si placherà e troverà sollievo con un'altra delle tante, forse troppe, birre fresche. La gente poco alla volta se n'è andata, il locale s'è quasi svuotato... Ma come per l'effetto di un setaccio, o di un filtro, quello che rimane è la parte migliore... Una sorta di scrematura umana, che lascia alla fine la créme delle persone che si potevano incontrare in questa splendida notte... E così, sinuosi corpi danzano nella sala semi deserta, al ritmo di brani anni '80, come odalische del nuovo millennio, rapendo lo sguardo dei presenti...


E si finisce a parlare di musica (e di che altro?), di mediometraggi western, di emuli di Tohmas Millian, di "che, m'accompagni a prendere da bere?", di funghi allucinogeni, di starne che non riescono a sconfinare, di fotografia, di fotografi, di foto, di fotografati, di tour che ci sono e che ci saranno... Strette di mano, baci, abbracci, volti, voci... La meglio gioventù musicale romana tutta riunita in un unico luogo... La meglio gioventù romana... E il calore, quello vero, quello che senti a pelle, che ti fa sentir bene con le persone... E si finisce stipati in un'utilitaria, in una situazione da barzelletta: ci sono tre romani, uno scozzese ed un milanese in una 500 (in realtà una SEAT Arosa)...
Ma c'è ancora tempo per un caffè con le
Mia Wallace... Grazie ancora, Micol e Valentina...
Il giorno sta arrivando...

Ma per le vie umide della Capitale, si sente ancora...
Oh, sì, eccome se si sente... Quel pizzicore al naso ed agli occhi...
E' fumo... Il fumo delle braci che stanno sotto i tuoi piedi...
Che aspettano solo un alito di vento, per trasformarsi ancora in fiamme...

E quando succederà, spero vivamente di essere lì.

NOTE:

Tutti i riferimenti a fatti o persone reali, sono ASSOLUTAMENTE voluti e cercati.
Voglio qui, in ordine di apparizione, citare tutti quelli che hanno reso splendidi questi due giorni: Simone, Giorgia, Ilenia Volpe e i Radioscascio, che poi sono: Fabrizio "Triton Bizé" Vivarelli, Alessandro "Er Duca" Porrari, Francesco "Frances" Ferrarelli e Dario "Gonzales" Mattia; Serena Jejé e i Madkin; Germano e gli Ibrido_xN; Dindo, Mike (autore delle foto), Annalisa delle THELMAS; Micol e Valentina delle Mia Wallace; Stefania, Nunzio dei Betty Ford Center, la ragazza dell'INIT, sempre solerte a riempire il bicchiere... A tutti loro il mio più sentito e sincero GRAZIE! Se dovessi essermi dimenticato qualcuno, chiedo scusa, ma la serata è stata talmente ricca di eventi che qualcosa potrebbe pure essermi sfuggito...

INIT 15/11/2008 - ROMA BURNS! (Parte TERZA)

SUPERFICIALE

Sul palco in penombra, si staglia la sagoma di un gigante.

Germano è ancora più grande di come uno possa immaginarselo.

Quest'omone imbraccia la sua chitarra, e si posiziona dietro un pc portatile, che davanti alla sua figura, diventa ancora più piccolo.


La gente è al buio. Gli Ibrido_xN stanno preparando la loro miscela per accendere la miccia... Suoni elettronici, futuristici, richiamano l'attenzione del pubblico, come il clic di un interruttore, come l'innestarsi di un circuito elettrico... Gli effetti cedono gradualmente il passo alle più classiche delle formazioni rock, chitarra-basso-batteria, che come un intreccio di cavi, preparano la trama dove, la voce di Germano, tesse liriche che non hanno nulla di Superficiale... Le voci distorte ci portano, con la memoria, a sale piene di computer, e a shuttle in partenza... E partiamo anche noi, rapiti dai testi raffinati e mai banali, dalla voce inconfondibile del vocalist, che dall'alto ci sovrasta letteralmente. Rimaniamo sospesi in una Bolla, a mezz'aria, le persone attorno a noi quasi spariscono, ognuno perso nel suono, nelle ritmiche, negli echi... E poi, ad un tratto, all'improvviso... PUF!... La bolla scoppia. Le luci si affievoliscono. La strumentazione si riaddormenta. E noi, ci troviamo di nuovo coi piedi piantati in terra, ma con nella testa ancora uno strano torpore... ed il piede, di sua iniziativa, ricomincia a battere il tempo...

Foto di MIKE

INIT 15/11/2008 - ROMA BURNS! (Parte SECONDA)

LA MUSICA E' DONNA

Nella penombra delle luci soffuse, appare, come d'incanto, un cavaliere scozzese sul palco che ci sovrasta.
Col kilt svolazzante, potrebbe essere la reincarnazione del mitico William Wallace di Braveheart... Non fosse per i capelli, che nella nostra versione non ci sono, e per il fatto che non impugna un'enorme spada... ma l'arma che ha in mano può ferire e colpire anche con più violenza... La sfolgorante chitarra blu elettrico luccica come lama, sotto le luci...
La gente distratta dall'entrata degli altri giovani cavalieri, ritorna poi attenta quando entra il vero condottiero...
Che è una lei. Ed in grembo tiene accovacciato il suo splendente giaguaro, che riposa sornione, prima di tirar fuori gli artigli...

Le luci si alzano... Come sole che sorge... Ed illumina l'armata pronta a scendere e portare il fuoco nella Capitale.
Belli, quasi immobili, statue pronte ad animarsi ad un minimo gesto...
E poi il ruggito, prima sommesso, poi sempre più forte, del giaguaro, domato dalle sapienti mani e dalle delicate dita, della bruna condottiera, da il via alla cavalcata verso Rifugi sicuri... E' una meraviglia starli a guardare, mentre compatti avanzano sulle nostre teste, intessendo un sentiero di suoni e note e distorsioni che tengono il pubblico accorso, come in una morsa. E poi la trance diventa collettiva sul palco. Ogni componente sembra faccia l'amore col proprio strumento, tanta è la passione ed il piacere con cui interagiscono, ognuno con se stesso, ed alla fine ognuno con gli altri... E quando vengono pronunciate, quasi lasciate decantare nell'aria, le parole "la musica è Donna", non si può non guardare lei, Ilenia Volpe, e silenziosamente e con riverenza, annuire.
Lei, che schiaffeggia l'aria coi lunghi capelli, che, come un ritratto d'artista, segue con gli occhi vivi tutto il pubblico, ed in qualsiasi posto tu sia, sembra che ti fissi. E tu non puoi non tenere gli occhi su di lei, come ipnotizzato dalla sua voce, ora graffiante, ora carezzevole, che prima ti prende e ti porta in cielo, ed un attimo dopo ti scaraventa con violenza a terra...
C'è ancora il tempo per ricordare Kurt Cobain, che dall'alto avrà sicuramente sorriso sul sudore, la grinta, la passione di queste straordinarie persone, che su un palco diventano ognuno membra di un'unica donna. Una bellissima donna.
Il cui nome è MUSICA.


Foto di MIKE


INIT 15/11/2008 - ROMA BURNS! (Parte PRIMA)

ARIETE: "Non puoi sapere cos'è il fuoco se non ci giochi", ha detto Mark Finney, un matematico specializzato in modelli informatici per trovare il modo migliore di spegnere gli incendi nei boschi. La prossima settimana le sue parole saranno il tuo motto, Ariete. Con questo non voglio dire che devi appiccare un incendio per amore della sperimentazione, prendere a calci dei tizzoni ardenti per spargerli in giro, accendere una sigaretta mentre fai benzina o comprare un lanciafiamme. Sto dicendo che dovresti imparare a giocare con delle fiamme utili e affascinanti senza correre rischi.
(http://www.internazionale.it/oroscopo/)


PROLOGO

6 del mattino. Brianza. Buio. Freddo.
Non ho ancora acceso la prima di tante sigarette di questa lunga giornata, ma dalla bocca esce lo stesso fumo denso. Si sentono solo merli mattutini e qualche macchina di lavoratori del sabato mattina...

600 chilometri. Un passaggio dal buio alla luce. Lasciandosi alle spalle Bologna la grassa e le splendide colline toscane cogli alberi che si stagliano sul loro crinale, accarezzando il cielo, e trattenendo tra le loro esili dita brandelli di nuvole.
Roma. Caput Mundi. La giornata è lunga. Ma scorre via veloce tra metr
opolitane affolate e rifocillanti lasagne (grazie Giorgia). Tra centurioni che finita la loro battaglia per la pagnotta, si tolgono gli schinieri e saltano, con aria truce, a bordo delle loro fiammanti 500 (old style) blu. Tra immobili sarcofagi d'oro ad ogni angolo, e rovine illuminate dai flash giapponesi. Tra il venticello sull'Aventino, e il Cupolone illuminato che sovrasta la città. Tra i bus che puzzano d'orina, e le inaugurazioni di nuovi distributori di benzina...
Dalla luce siam tornati al buio.
Ma è proprio questo che aspettavo... Che le fiamme, di giorno, non fanno lo stesso effetto...


LIGHT A FIRE!

Il locale è buio. E' scuro. Siamo stati marchiati per entrare.
C'è un indistinto brusio in sottofondo.

L'unica parte veramente luminosa è il bancone del bar. Perché uno vuol vedere bene quel che beve.
Poi, all'improvviso la gente viene attirata verso un'altra sala.
Una musica che ti scoppia dentro. Una voce tanto graffiante, quanto invitante. Su una parete ragazzi che corrono, suonano... Nascosti da una selva di aste di microfoni, piatti di batterie, cavi, che formano una sorta di intricata e tetra
foresta di alberi morti... E loro là dietro che corrono, saltano... Ed infine una risata argentina.
E poi torna il buio.

E la luce ci restituisce quei giovani in carne ed ossa, lì, che ci sovrastano dal palco... Ed ora la foresta non è più morta e tetra. E' viva, guizzante... Il loro nome risuona, quasi sussurrato dalla cantante del gruppo... Il loro nome: MADKIN.

Ora c'è lei, Serena JeJé, nella sua splendida mise nera, è lì... Pronta a far scoccare la prima scintilla di questo incendio di suoni che sta per bruciare Roma!
E fa proprio questo... E sembra nata solo per quello. Per essere una rockstar... Si badi bene, non ho detto una divetta, ho detto una rockstar.
Imbraccia la chitarra come fosse un'ascia affilata. La brandisce e tira fendenti a tutti i presenti, ormai rapiti dall'incalzare del loro set. Quando ha in mano la sua arma, nessuno la ferma... Neanche una cinghia che si stacca e che suo marito/il suo compagno/il suo amore (che ringrazia pubblicamente all'inizio del concerto) saltando sul palco dal pubblico, rimette a posto in un attimo. Perché nulla deve
interrompere il live. Un live tirato. Tiratissimo. Il pubblico viene poi colpito da uno schiaffo quando attacca Blue Sun (lo ammetto, forse la mia preferita in assoluto), decadente, strisciante, suadente... I brividi durano per tutto il pezzo, e per la sua splendida interminabile coda... L'emozione è tangibile tra il pubblico. Ma è un attimo. Ed ecco che all'unisono i MADKIN tirano un altro fortissimo colpo di scure, attaccando il veloce My Zen...
E poi tutto finisce. Il silenzio cala di nuovo nella sala. E il pubblico resta al buio a leccarsi le ferite...


Foto di MIKE